Le elezioni politiche del 25 maggio 1958 non modificano in modo sostanziale il quadro politico. La Democrazia cristiana e il Partito comunista ottengono entrambi un lieve incremento percentuale: un risultato che consente alla Dc di rimanere al governo per l’intera legislatura e al Pci di smentire tutte le previsioni negative in merito ad una riduzione dei voti conseguenza del XX congresso del PCUS e l’invasione dell’Ungheria. L’Italia attraversa però un periodo di grandi trasformazioni in una congiuntura di crescita economica costante, seppure disordinata, caratterizzata dall’avvento della “società dei consumi” che inducono forti spinte al cambiamento sociale, politico e degli stili di vita. Una crisi che il centrismo affronta con un’apertura al Partito socialista e la costituzione dei primi governi di centro-sinistra, durante i quali vengono approvate alcune riforme come la nazionalizzazo0ne dell’energia elettrica e l’istituzione della scuola media statale, nel 1962. Due anni prima, nel 1960, un accordo sindacale abolisce ogni qualificazione specificamente femminile dei contratti di lavoro.
Il 25 maggio sono elette 28 parlamentari: 25 deputate alla Camera su un totale di 596 componenti (4,1%) e 3 senatrici al Senato su un totale di 249 componenti (0,8 ).