Sognavamo la vittoria e non ci accorgevamo dell’effetto della propaganda democristiana, della destra e dei Comitati Civici di don Cippico e di Padre Lombardo, bene orchestrata, finanziata e oliata che puntava sul ricatto del bisogno, sulla carità ingannevole dei pacchi viveri e sullo spauracchio dei rossi sovietici ai confini, pronti a balzare addosso all’Italia se avessero vinto i socialcomunisti.
Le suggestioni incrociate delle grandi manifestazioni di massa della sinistra e della propaganda avversaria spaventarono i ceti medi e i moderati. Cosicché il 18 aprile perdemmo un milione di voti rispetto alle elezioni dell’Assemblea Costituente di due anni prima.
La DC, da sola, ottenne la maggioranza assoluta ed i piccoli partiti, dal PSLI di Saragat ai repubblicani, ai liberali si apprestarono a farle da reggicoda.