18 Aprile 1948
Una data storica, ma prima voglio parlare ancora un pò della mia famiglia. Nel frattempo in casa morì mio suocero, molto anziano e da tempo non autosufficiente, sempre accudito dalla moglie, senza mai sentire una sua lamentela. Io ebbi il terzo figlio, i cognati ne avevano due. Cinque bambini piccoli, il più grande aveva quattro anni.
La nostra risorsa era il bosco, ma tagliarlo era una gran fatica, poi la legna bisognava portarla sulle spalle per avvicinarla dove era possibile caricarla sui carri. In quel lavoro ci ritrovavamo, io, mio marito mia cognata, ma a tavola ci ritrovavamo in undici persone.
La famiglia dei miei fratelli, rimasti quei più piccoli che poi si erano fatti grandi e bravi lavoratori, si erano trasferiti nella zona di Pianoro in un fondo migliore, a volte li andavo a trovare, avevo visto che non era difficile in quel luogo trovare un fondo. Al ritorno parlavo con mio marito di cercare anche noi un fondo in quella zona, con tanta terra e niente bosco che si faticava tanto con quella legna.
Ma lui non credeva mai alle mie parole, credeva a quelle di suo fratello che a lavorare non c’era mai, era sempre impegnato in politica, noi dovevamo obbedire, perché lui lottava anche per noi, per un domani migliore. Il fronte popolare doveva vincere, solo allora avremo avuto pane e lavoro. Ma il grande fronte morì sul nascere. Anch’io non votai per quel ideale a me non chiaro. Dopo il diciotto aprile s’iniziò a respirare un aria diversa non tanto per mio cognato che dalla rabbia si rifugiò all’estero, ma soltanto per quindici giorni. Forse pensava che negli altri paesi si potesse urlare come a casa sua. Invece lo infilarono a lavorare in miniera, un ambiente a lui non tanto congeniale. Ma sapeva che la porta di casa era sempre aperta e fece ritorno, ma con le parole stava un pò più ridotto. Il popolo voleva lavorare voleva risalire dall’abisso che ci aveva cacciato in cinque anni di guerra. C’era una parte di popolo, che continuava a fare chiasso. A raccogliere le firme contro a un altra guerra, perché Degasperi capo del governo era andato in America a fare patti di guerra. Invece era andato a chiedere del grano per il popolo italiano che ancora faceva la fame. Solo quando giunse il grano dall’America scomparve il mercato nero, che il prezzo del mercato nero si aggirava dalle ventimila anche più il quintale, un prezzo esorbitante a quei tempi. Anche un paio di buoi il prezzo si avvicinava al milione. Ma dall’America arrivarono anche le manze, con un contratto che si dovevano restituire quando avevano figliato non ricordo quante volte. Ma anche il prezzo dei buoi diminuì in fretta. Poi dalla America giungevano tanti indumenti, tutta roba nuova, ma non più di moda che gli americani buttavano, come facciamo noi il giorno d’oggi, ma allora fu una vera manna.
Ma dalla parte del P.C. e il suo associato P.S. urlavano ai guerra fondai americani, con il Patto Atlantico e altri patti, per loro tutti patti di guerra. Per fortuna che la maggioranza non ci credeva e lavoravano senza sosta, per cancellare quei tristi ricordi e ci riuscimmo.