Camillo Martino nasce a Montesarchio, in provincia di Benevento, il 13 marzo del 1931. Da bambino, negli anni della Seconda guerra mondiale, vive a Napoli. La città è segnata dalla guerra e dai bombardamenti e nel 1943 la famiglia Martino decide di sfollare nel Cilento, dove rimane per alcuni mesi. Studente di Medicina, Camillo frequenta l’ambiente culturale napoletano, laico e progressista, e ha modo di conoscere le figure di rilievo della cultura e della politica del tempo, provenienti in particolare dalle fila del Partito Comunista, al quale il giovane fa riferimento. Tra questi c’è Giorgio Amendola, che diventerà suo suocero e del quale ha profonda stima.
Conseguita la laurea, Camillo si sposta a Roma, dove inizia a praticare la professione medica. L’impegno politico è un tutt’uno con il lavoro: Martino è infatti il responsabile dell’ambulatorio della direzione del PCI. La sua attività a via delle Botteghe Oscure costituisce un punto di vista privilegiato sul partito e sui suoi esponenti, ma anche, più in generale, sulla politica italiana del tempo. Le elezioni, le vittorie e le sconfitte del PCI e della sinistra, le lotte sui temi del lavoro e dei diritti, le relazioni e i mutamenti internazionali vengono vissute da spettatore interno. La morte di Togliatti, nel 1964, è un momento di grande commozione del quale il giovane medico conserva ricordi indelebili.
Nel periodo della guerra del Vietnam Camillo guida una missione umanitaria nel Paese asiatico, in seguito a una sottoscrizione promossa dal PCI per l’invio di un ospedale da campo. È il 1965 quando le attrezzature ospedaliere vengono consegnate nella prima missione occidentale a raggiungere il Vietnam del Nord, e Martino cura l’attività dell’ospedale fino alla fine della guerra.
Il testo di Camillo Martino, dal titolo La vita a Botteghe Oscure al tempo dei comunisti è stata depositata presso l’Archivio Diaristico Nazionale e ha concorso al Premio Pieve del 2006.